Roma mi mancava, davvero. E io mancavo a lei.
Per dimostrarmelo, in appena 5 giorni mi ha:
- mandato una cartella di riscossione per una multa che ho già pagato 4 anni fa.
- regalato una rivolta dei tassisti che hanno bloccato tutto il centro.
- ricordato che i mezzi pubblici non sono un'opzione praticabile...
- ...e anche nel caso lo fossero, domani sciopero generale. Nessuno sa perché.
- cercato di abbattermi già tre volte perché il CdS è un'opinione e sbocciano i crateri in mezzo alla strada. Devo allenare nuovamente i riflessi.
Però c'è il sole, eh. E la pizza, è la più buona del mondo.
Vaffanculo.
giovedì 29 novembre 2007
mercoledì 21 novembre 2007
"mi ripetevi: sai che d'inverno si vive bene...?"
C'è un aspetto positivo nell'uscire di casa con uno o due gradi sotto zero alle 7.45 di mattina e trovare tutto ghiacciato, come la macchina in foto.
E cioè che si può star certi che sarà una bellissima giornata.
Anche oggi infatti a un freddo cane si è accompagnato un sole stupendo e una totale assenza di vento, tali da rendere la vita molto migliore di quanto il solo termometro non faccia supporre.
Ecco com'era Mexicoplatz alle 15 di oggi pomeriggio.
Veniva proprio voglia di accamparsi nei giardinetti pubblici... e infatti così ho fatto!
Venendo a ieri invece ho continuato la mia opera di documentazione bellica visitando il Deutsch-Russisches Museum in Karlshorst (un sobborgo a Est di Berlino, in piena ex-DDR) che racconta la seconda guerra mondiale così come l'hanno vissuta i sovietici, attraverso foto, documenti, filmati, cimeli, militaria e altro. Tutto rigorosamente spiegato solo in tedesco e in russo, ovviamente!
Il museo ospita anche la sala, perfettamente conservata, in cui l'8 maggio del 1945 venne ratificata la resa incondizionata della Germania nazista alla presenza degli alti comandi sovietici, statunitensi, francesi e inglesi.
Molto interessante e ben tenuto... ingresso gratuito, oltretutto.
Parcheggiato fuori tra i carri armati e i cannoni anticarro c'è anche questo pacioso Katyusha, di cui allego foto per i più romantici.
lunedì 19 novembre 2007
Königstiger
69 tonnellate d'acciaio che intimoriscono anche oggi. Fortunatamente non hanno fatto in tempo a produrne molti...
Nota storica: nel museo c'è una sala con tutte le uniformi tedesche dalla fine dell'800 a oggi. Un attento osservatore noterà che le fibbie delle cinture sono passate dal vecchio "Dio è con noi" (Gott mit uns) all'attuale "Unità, Giustizia e Libertà" (Einigkeit, Recht und Freiheit).
Molto meglio, almeno nelle intenzioni.
Nota storica: nel museo c'è una sala con tutte le uniformi tedesche dalla fine dell'800 a oggi. Un attento osservatore noterà che le fibbie delle cinture sono passate dal vecchio "Dio è con noi" (Gott mit uns) all'attuale "Unità, Giustizia e Libertà" (Einigkeit, Recht und Freiheit).
Molto meglio, almeno nelle intenzioni.
sabato 17 novembre 2007
Foto assortite
Domani grande giorno: scampagnata fuori Berlino per visitare il Panzermuseum di Munster! YAY!
Visto che a parte questo non so che scrivere beccatevi qualche foto randomica, con tanto di traduzione.
("il capitalismo omologa, distrugge, uccide")
("la rivolta verrà" ...o almeno credo.)
("senza limone - senza mirtilli - senza stronzate")
("i vampiri amano Berlino" e, sotto il cartello "dal tramonto all'alba")
Visto che a parte questo non so che scrivere beccatevi qualche foto randomica, con tanto di traduzione.
("il capitalismo omologa, distrugge, uccide")
("la rivolta verrà" ...o almeno credo.)
("senza limone - senza mirtilli - senza stronzate")
("i vampiri amano Berlino" e, sotto il cartello "dal tramonto all'alba")
mercoledì 14 novembre 2007
Sono arrivato in Cima!
Oggi al corso mi hanno fatto una micro-festa a sorpresa, regalandomi un dolcetto e una tazza di the caldo.
Motivo? E' la mia Bergfest!
Vista la mia faccia molto perplessa l'insegnante mi spiegato questa piccola tradizione tedesca. La Bergfest (letteralmente "festa della montagna") non ricorre in un giorno preciso perché ognuno di noi ha una sua Bergfest ogni volta che arriva a metà di qualcosa.
E' una tradizione che pare origini dall'esercito, in cui si festeggia il giro di boa del servizio di leva. Da lì il concetto si è allargato e diffuso e le Bergfeste sono proliferate.
Quindi per esempio la Bergfest del 2007 è stata il 30 giugno, quella dell'impiegato è il mercoledì e così via. Il nome si ispira alla montagna da scalare: una volta in cima si festeggia un po' prima di ridiscendere.
Insomma, buona Bergfest a me! Stasera birra gigante.
Motivo? E' la mia Bergfest!
Vista la mia faccia molto perplessa l'insegnante mi spiegato questa piccola tradizione tedesca. La Bergfest (letteralmente "festa della montagna") non ricorre in un giorno preciso perché ognuno di noi ha una sua Bergfest ogni volta che arriva a metà di qualcosa.
E' una tradizione che pare origini dall'esercito, in cui si festeggia il giro di boa del servizio di leva. Da lì il concetto si è allargato e diffuso e le Bergfeste sono proliferate.
Quindi per esempio la Bergfest del 2007 è stata il 30 giugno, quella dell'impiegato è il mercoledì e così via. Il nome si ispira alla montagna da scalare: una volta in cima si festeggia un po' prima di ridiscendere.
Insomma, buona Bergfest a me! Stasera birra gigante.
martedì 13 novembre 2007
Una Giornata campale
Qualcuno mi ha apostrofato perché un post su due ha a che fare con la metropolitana, ma che vi devo dire... ci passo sopra un terzo della giornata!
Quindi rieccoci qui a parlare dei trasporti...
Oggi sono successi due eventi a dir poco tragici.
Per prima cosa stamattina un convoglio della linea U7 si è rotto.
Cioè, come a dire... si è fermato e non è più ripartito.
Out of order.
Kaputt.
Io non c'ero quando è successo, ma l'ho saputo perché per tutta la mattina i berlinesi non hanno praticamente parlato d'altro. Manco fosse crollata la Porta di Brandemburgo.
E poi come se non bastasse nel pomeriggio un'altra notizia ha turbato i loro già scossi animi: da dopodomani e per tre giorni ci sarà uno sciopero della S-Bahn, la ferrovia urbana più o meno equivalente alle nostre linee FM.
Uno sciopero!
Yvonne è incredula, gira per casa scuotendo il capo e mormorando l'equivalente tedesco del "dove andremo a finire".
Per quanto mi riguarda mi limito a fare spallucce in segno di solidarietà, ma spesso non riesco a trattenere un sorriso beffardo: per una volta sono io quello che ha qualcosa da insegnare...
Vi lascio con il nuovo spot della BVG, la società che gestisce i trasporti pubblici. Scioperi a parte mi pare renda benissimo l'idea della fauna che popola la U-Bahn...
lunedì 12 novembre 2007
Un Amico se ne va
sabato 10 novembre 2007
Weiß wie Schnee!
venerdì 9 novembre 2007
Piede di Porko
Il Grande Momento è arrivato: tra poco meno di mezz'ora accanno i miei compiti -un tema in tedesco dal titolo "cosa farò una volta in pensione"- prendo la fida U3 e con parentame al seguito ci andiamo a mangiare il leggendario Schweinshaxe alla berlinese, altrimenti conosciuto come Eisbein.
Roba forte per gente determinata... Wikipedia la definisce come una "alarming experience for the unwary tourist"!
Vi lascio la ricetta con tanto di foto, se avete problemi passatela nel traduttore di google, pre-riscaldato a 220 gradi.
Più di questo per voi non posso fare.
Roba forte per gente determinata... Wikipedia la definisce come una "alarming experience for the unwary tourist"!
Vi lascio la ricetta con tanto di foto, se avete problemi passatela nel traduttore di google, pre-riscaldato a 220 gradi.
Più di questo per voi non posso fare.
giovedì 8 novembre 2007
Buon Compleanno
Tra pochi minuti alcuni giovani berlinesi compiranno 18 anni.
Sono i ragazzi nati il 9 novembre 1989, giorno della caduta del Muro.
Berlino e la Germania li festeggiano dedicandogli la copertina di der Spiegel.
Sono i ragazzi nati il 9 novembre 1989, giorno della caduta del Muro.
Berlino e la Germania li festeggiano dedicandogli la copertina di der Spiegel.
U-Bahn Stories (2)
Avvistamenti
* Una ragazza intenta a ripassare gli appunti dell'università, con una corona di cartone e carta stagnola in testa. Nessuno ha mostrato troppa sorpresa.
* A due fermate da dove sto io c'è una stazione della metro che si chiama Onkel Toms Hütte (la capanna dello zio Tom).
Vai a sapere.
* Sulla stessa linea alla stazione di Dahlem-Dorf ci sono queste panchine. Sono bellissime. Però non sono altrettanto comode: ho provato a sedermici e batto la testa contro le tette. Per non parlare di quella centrale... ma lì non ci ho nemmeno provato!
Ah, una cosa che non c'entra nulla: dopo 4 giorni di suoni gutturali e singulti strani ho capito che la giapponese che sta nel mio corso in realtà è koreana. Sapevàtelo.
(L'ho capito perché l'ha detto l'insegnante, più che altro.)
* Una ragazza intenta a ripassare gli appunti dell'università, con una corona di cartone e carta stagnola in testa. Nessuno ha mostrato troppa sorpresa.
* A due fermate da dove sto io c'è una stazione della metro che si chiama Onkel Toms Hütte (la capanna dello zio Tom).
Vai a sapere.
* Sulla stessa linea alla stazione di Dahlem-Dorf ci sono queste panchine. Sono bellissime. Però non sono altrettanto comode: ho provato a sedermici e batto la testa contro le tette. Per non parlare di quella centrale... ma lì non ci ho nemmeno provato!
Ah, una cosa che non c'entra nulla: dopo 4 giorni di suoni gutturali e singulti strani ho capito che la giapponese che sta nel mio corso in realtà è koreana. Sapevàtelo.
(L'ho capito perché l'ha detto l'insegnante, più che altro.)
martedì 6 novembre 2007
Halt!
Finalmente ho capito come funzionano!
Questi Ampelmännchen saranno pure buffi e caratteristici, ma rischi di rimanerci secco...
Quando il segnale è verde con il pupazzetto che cammina si può attraversare, fin qui niente di strano.
Solo che poi dopo tre picosecondi arriva tutto d'un tratto quello rosso, senza che prima il suo collega abbia lampeggiato, bippato o passato il turno a un inesistente giallo... tu hai si e no fatto tre passi e quello -tac!- ti diventa rosso che nemmeno sei a metà strada e il panico ti assale perché qui gli automobilisti hanno il giallo anche prima del verde, quindi partono a razzo il momento stesso in cui scatta!
Va anche spiegato che a Berlino i pedoni sono sacri... ma a una condizione.
Sono sacri, non esagero. Ho visto cose che voi uomini... tipo autobus che fanno attraversare tutti i passeggeri che hanno appena sbarcato prima di ripartire, macchine che si fermano quando ancora non hai raggiunto le strisce pedonali ma hanno già capito che vuoi attraversare, robe così. E i pedoni non ringraziano per la gentilezza ricevuta, forse perché la cosa viene considerata normale.
Ma come dicevo c'è una condizione: il pedone deve rispettare la segnaletica e il codice della strada esattamente come gli automobilisti e i ciclisti.
Se attraversi dove non ci sono le strisce o se passi col rosso ti trasformi magicamente da pedone a cadavere. Tutti quei simpatici Autofährer che fino a un secondo prima attendevano pazientemente col sorriso sulle labbra che l'ottuagenaria vecchietta col deambulatore impiegasse i suoi venti minuti per attraversare la strada si tramutano all'istante in turpiloquenti assassini senza scrupoli.
Per cui potete capire il mio sollievo quando oggi finalmente ho capito come funziona lo stracacchio di semaforo pedonale:
- Se è verde, vai.
- Se diventa rosso proprio quando stavi per cominciato ad attraversare, fermati.
- Se diventa rosso e ormai hai cominciato hai abbastanza tempo per arrivare dall'altra parte, ma sbrigati.
Se domani non dovessi scrivere nulla non vi preoccupate, eh.
'o meine Sonne
Era inevitabile, prima o poi sarebbe successo. Stamattina le chiacchiere da colazione con Yvonne hanno riguardato la vita a Roma e le differenze con Berlino. Lo so che non ci credete, ma il discorso l'ha intavolato lei, non io. So anche che non credete al fatto che ho davvero cercato, con uno sforzo immane, di fare un quadro equilibrato della situazione e di sottolineare le cose belle della nostra città.
Insomma me la stavo cavando abbastanza bene (ero appena passato dal clima alla carbonara) quando mi ha chiesto se è vero quello che ha letto su un giornale, cioè che noi italiani aspettiamo un sacco di tempo prima di andarcene di casa. Ha aggiunto che per esempio sua figlia vive da sola da anni, in un appartamentino di Schöneberg che le costa 350 euro al mese.
Io ci ho provato, ve lo giuro...
Insomma me la stavo cavando abbastanza bene (ero appena passato dal clima alla carbonara) quando mi ha chiesto se è vero quello che ha letto su un giornale, cioè che noi italiani aspettiamo un sacco di tempo prima di andarcene di casa. Ha aggiunto che per esempio sua figlia vive da sola da anni, in un appartamentino di Schöneberg che le costa 350 euro al mese.
Io ci ho provato, ve lo giuro...
lunedì 5 novembre 2007
la Finestra sul Cortile
c'era un italiano, un cinese e...
Oggi primo giorno di scuola. Non solo sono l'unico italiano del corso (cosa che speravo fortemente) ma addirittura l'unico europeo!
La classe è così composta:
- un colombiano di nome Pablo che sta qui da una vita e capisce benissimo. Non è che sia un campione di simpatia.
- un canadese di lingua inglese che pare uscito da South Park e che sta in maglietta mentre noi surgeliamo. Dev'essere abituato agli alci e quella roba lì.
- una cinese che si chiama in un modo che non ho capito. Lei me l'ha scritto su un foglio, allora ho fatto finta di capire. Gli altri la chiamano dicendo "hallò", quindi la sua deve essere una battaglia storicamente persa.
- una peruviana che ha fatto i salti di gioia quando ha scoperto che mastico qualcosa di spagnolo e mi ha attaccato una pippa infinita. Evidentemente Pablo non se la caga. Incarna gli stereotipi sul "fascino" delle donne peruviane, purtroppo.
- una giapponese che magari parla 10 lingue, ma tanto non lo scopriremo mai perché le poche volte che parla non capisce niente nessuno, anche l'insegnante credo faccia finta.
- un'australiana che vive sei mesi qui e sei mesi in australia, non ho capito perché o come faccia, soprattutto non ho capito come può, dopo sei mesi, stare ancora al secondo livello. In ogni caso mi da una pista, come quasi tutti gli altri.
Ecco, se facciamo eccezione per la giapponese che parla per ideogrammi, ho il terribile sospetto di essere quello più indietro. Mi consolo pensando che a differenza degli altri per me è il primo giorno, che devo entrare nell'ottica, che inoltre è un lunedì, e anche il gomito che mi fa contatto con il ginocchio, eccetra eccetra.
Infine c'è l'insegnante che è giovane e simpatica. E' una ossi, ovvero viveva a Berlino Est prima che si sgretolasse il muro e la DDR. Proprio oggi ha raccontato di quei famosi giorni dell'89 e di come la vita all'Est fosse in realtà diversa da come la raccontavano i nostri governi, e di come anche loro avessero un'idea distorta della vita all'Ovest. Secondo lei l'ideale sarebbe stato una via di mezzo.
Almeno credo che abbia parlato di tutte queste cose: magari ci ha spiegato come tinteggiare le pareti di una stanza... dovete avere pazienza... è il mio primo giorno.
La classe è così composta:
- un colombiano di nome Pablo che sta qui da una vita e capisce benissimo. Non è che sia un campione di simpatia.
- un canadese di lingua inglese che pare uscito da South Park e che sta in maglietta mentre noi surgeliamo. Dev'essere abituato agli alci e quella roba lì.
- una cinese che si chiama in un modo che non ho capito. Lei me l'ha scritto su un foglio, allora ho fatto finta di capire. Gli altri la chiamano dicendo "hallò", quindi la sua deve essere una battaglia storicamente persa.
- una peruviana che ha fatto i salti di gioia quando ha scoperto che mastico qualcosa di spagnolo e mi ha attaccato una pippa infinita. Evidentemente Pablo non se la caga. Incarna gli stereotipi sul "fascino" delle donne peruviane, purtroppo.
- una giapponese che magari parla 10 lingue, ma tanto non lo scopriremo mai perché le poche volte che parla non capisce niente nessuno, anche l'insegnante credo faccia finta.
- un'australiana che vive sei mesi qui e sei mesi in australia, non ho capito perché o come faccia, soprattutto non ho capito come può, dopo sei mesi, stare ancora al secondo livello. In ogni caso mi da una pista, come quasi tutti gli altri.
Ecco, se facciamo eccezione per la giapponese che parla per ideogrammi, ho il terribile sospetto di essere quello più indietro. Mi consolo pensando che a differenza degli altri per me è il primo giorno, che devo entrare nell'ottica, che inoltre è un lunedì, e anche il gomito che mi fa contatto con il ginocchio, eccetra eccetra.
Infine c'è l'insegnante che è giovane e simpatica. E' una ossi, ovvero viveva a Berlino Est prima che si sgretolasse il muro e la DDR. Proprio oggi ha raccontato di quei famosi giorni dell'89 e di come la vita all'Est fosse in realtà diversa da come la raccontavano i nostri governi, e di come anche loro avessero un'idea distorta della vita all'Ovest. Secondo lei l'ideale sarebbe stato una via di mezzo.
Almeno credo che abbia parlato di tutte queste cose: magari ci ha spiegato come tinteggiare le pareti di una stanza... dovete avere pazienza... è il mio primo giorno.
domenica 4 novembre 2007
Y. M.
Ha circa 55 anni, un marito architetto in pensione, un figlio venticinquenne e vive in una casetta molto carina al limitare del bosco di Zehlendorf. Fa un Apfelstrudel da paura, corregge pazientemente i pronomi tedeschi che infilo a caso nei miei sproloqui e si stupisce che un italiano parli bene inglese. Sono tutti simpatici e mi sento a mio agio. Non ho fatto foto perché mi pare una cosa da cafoni, magari nei prossimi giorni.
Insomma, ora lo potete dire: davvero v'aspettavate altro?!
Insomma, ora lo potete dire: davvero v'aspettavate altro?!
sabato 3 novembre 2007
U-Bahn Stories
STASI 2.0
Linea 7, stamattina. Entrano due tizi che sembrano insieme, mezza età e giubbotto di pelle nera, aria anonima. Li guardo con un dubbio, noto altre teste che si girano e altre espresioni di vago sospetto, probabilmente siamo in molti ad aver avuto lo stesso pensiero.
Il primo tipo si siede e legge il giornale, il secondo invece va a sedersi accanto una ragazza poco distante, si salutano con entusiasmo, si baciano, cominciano a raccontarsi cose loro.
Falso allarme dunque. Ci disinteressiamo alla faccenda e torniamo ai nostri pensieri.
E invece appena il treno chiude le porte e riparte, i due si alzano in piedi e tesserino alla mano proclamano a tutti il loro cortese ma perentorio "Biglietti, prego!".
Sono dappertutto. E sono furbi.
such a lovely Place.
Linea 1, poche ore fa.
Sale un americano con la chitarra, si piazza al centro della carrozza e attacca l'arpeggio di una canzone.
Il tipo accanto a me (invero un po' brillo) esclama: "Attenzione, gli Eagles! Merda!*"
Senza indugi comincia a fare il coro al suonatore metropolitano, che nel frattempo ha attaccato la prima strofa di Hotel California. Il bello è che il mio vicino non sa le parole della canzone, per cui fa tutto quello che facciamo anche noi quando non sappiamo il testo: sostituisce con dei noncuranti "lalalala-la".
Vedendo consumarsi tale tragedia, una ragazza seduta di fronte a noi decide di correre in soccorso allo yankee (e agli Eagles) unendosi al coro. E' intonata e sa le parole.
Insomma alla fine siamo almeno in cinque a cantare/canticchiare/mugugnare tutti insieme, la canzone viene all'incirca "welcome to la lalla laaa California!" ma il successo è assoluto.
L'americano raccoglie le monete, che un passeggero accompagna con un "sorry, can't afford more than that" e se ne esce soddisfatto.
* - "merda" i tedeschi lo usano quasi come intercalare, non sempre ha un senso dispregiativo.
Linea 7, stamattina. Entrano due tizi che sembrano insieme, mezza età e giubbotto di pelle nera, aria anonima. Li guardo con un dubbio, noto altre teste che si girano e altre espresioni di vago sospetto, probabilmente siamo in molti ad aver avuto lo stesso pensiero.
Il primo tipo si siede e legge il giornale, il secondo invece va a sedersi accanto una ragazza poco distante, si salutano con entusiasmo, si baciano, cominciano a raccontarsi cose loro.
Falso allarme dunque. Ci disinteressiamo alla faccenda e torniamo ai nostri pensieri.
E invece appena il treno chiude le porte e riparte, i due si alzano in piedi e tesserino alla mano proclamano a tutti il loro cortese ma perentorio "Biglietti, prego!".
Sono dappertutto. E sono furbi.
such a lovely Place.
Linea 1, poche ore fa.
Sale un americano con la chitarra, si piazza al centro della carrozza e attacca l'arpeggio di una canzone.
Il tipo accanto a me (invero un po' brillo) esclama: "Attenzione, gli Eagles! Merda!*"
Senza indugi comincia a fare il coro al suonatore metropolitano, che nel frattempo ha attaccato la prima strofa di Hotel California. Il bello è che il mio vicino non sa le parole della canzone, per cui fa tutto quello che facciamo anche noi quando non sappiamo il testo: sostituisce con dei noncuranti "lalalala-la".
Vedendo consumarsi tale tragedia, una ragazza seduta di fronte a noi decide di correre in soccorso allo yankee (e agli Eagles) unendosi al coro. E' intonata e sa le parole.
Insomma alla fine siamo almeno in cinque a cantare/canticchiare/mugugnare tutti insieme, la canzone viene all'incirca "welcome to la lalla laaa California!" ma il successo è assoluto.
L'americano raccoglie le monete, che un passeggero accompagna con un "sorry, can't afford more than that" e se ne esce soddisfatto.
* - "merda" i tedeschi lo usano quasi come intercalare, non sempre ha un senso dispregiativo.
venerdì 2 novembre 2007
Wörterbuch
Primo problema: cosa portare.
Le cose ovvie le ho già messe in valigia, in mezza giornata sono riuscito a scartare un po' di roba palesemente inutile e a convincermi che non sto partendo per un viaggio di 6 mesi in Angola.
Tra le varie cose ho pensato che un vocabolario sarebbe utile, non so se me ne forniranno uno sul posto e comprarlo a Berlino mi scoccia un po' visto che ha casa ne ho di tutti i tipi. Oltretutto sono irrazionalmente convinto che a Steglitz non ne troverei uno italiano-tedesco/tedesco-italiano e già mi immagino costretto a comprare quattro dizionari diversi da usare transitivamente, una roba tipo tedesco > francese > turco > làppone > italiano... e viceversa.
Allora m'è caduto l'occhio sul mega Sansoni Tedesco/Italiano che ho sulla scrivania, un coso di mezzo metro cubo della densità di una supernova in cui c'è veramente tutto, sono sicuro che spieghi anche la differenza tra l'accezione romana e quella milanese di sticazzi.
La fantasia m'è passata quasi subito, dopo aver realizzato che in un colpo solo avrei riempito mezza valigia e sforato i limiti di carico della EasyJet. Inoltre Soviet (consultata telefonicamente sulla grave problematica) mi ha detto che sono scemo, altro buon indizio.
Ho quindi considerato un vocabolarietto tascabile giallo/blu che posseggo da 5 anni e sul quale non ho mai, dico MAI trovato quello che cercavo. Pensavo che avrebbe potuto essere la sua ultima occasione di redimersi. Ma dannazione, non posso essere uno smidollato perdonista pure con i vocabolari! L'ho buttato.
Rimane quindi l'opzione palmare, visto che sul mio PDA ho un traduttore che funziona alla grande. Lo svantaggio è che con quello sarò etichettato come nerd nel primo minuto della prima lezione del primo giorno!
Vabbè... in ogni caso il mio bluff sarebbe durato al massimo fino a martedì o mercoledì.
Vada per il Palm.
PS - Questo post esprime un unico concetto: non so la differenza tra dizionario e vocabolario.
Le cose ovvie le ho già messe in valigia, in mezza giornata sono riuscito a scartare un po' di roba palesemente inutile e a convincermi che non sto partendo per un viaggio di 6 mesi in Angola.
Tra le varie cose ho pensato che un vocabolario sarebbe utile, non so se me ne forniranno uno sul posto e comprarlo a Berlino mi scoccia un po' visto che ha casa ne ho di tutti i tipi. Oltretutto sono irrazionalmente convinto che a Steglitz non ne troverei uno italiano-tedesco/tedesco-italiano e già mi immagino costretto a comprare quattro dizionari diversi da usare transitivamente, una roba tipo tedesco > francese > turco > làppone > italiano... e viceversa.
Allora m'è caduto l'occhio sul mega Sansoni Tedesco/Italiano che ho sulla scrivania, un coso di mezzo metro cubo della densità di una supernova in cui c'è veramente tutto, sono sicuro che spieghi anche la differenza tra l'accezione romana e quella milanese di sticazzi.
La fantasia m'è passata quasi subito, dopo aver realizzato che in un colpo solo avrei riempito mezza valigia e sforato i limiti di carico della EasyJet. Inoltre Soviet (consultata telefonicamente sulla grave problematica) mi ha detto che sono scemo, altro buon indizio.
Ho quindi considerato un vocabolarietto tascabile giallo/blu che posseggo da 5 anni e sul quale non ho mai, dico MAI trovato quello che cercavo. Pensavo che avrebbe potuto essere la sua ultima occasione di redimersi. Ma dannazione, non posso essere uno smidollato perdonista pure con i vocabolari! L'ho buttato.
Rimane quindi l'opzione palmare, visto che sul mio PDA ho un traduttore che funziona alla grande. Lo svantaggio è che con quello sarò etichettato come nerd nel primo minuto della prima lezione del primo giorno!
Vabbè... in ogni caso il mio bluff sarebbe durato al massimo fino a martedì o mercoledì.
Vada per il Palm.
PS - Questo post esprime un unico concetto: non so la differenza tra dizionario e vocabolario.
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